sabato 10 agosto 2013

Segreti e bugie
















Ovvero ciò che accade in certi piccoli paesini di Abruzzo quando si cerca di "carpire" una ricetta gelosamente custodita da pasticceri e nonne di famiglia. Mi sono incaponita nel cercare di preparare le cosidette "pizzelle pescolane", biscottini sottili e friabili al profumo di cannella.Sono anni e anni che passo una parte delle mie vacanze estive a Pescocostanzo e, oltre allo spaghetto alla chitarra, non sono andata. Questo agosto, con la scusa di pubblicare qualcosa di interessante su queste pagine, ho indossato la mia migliore faccia di tolla e ho cominciato a chiedere informazioni sulle pizzelle a destra e a manca. Sono partita ambiziosamente dal pasticcere del paese, ma, ovviamente, la ricetta è segreta e più di sapere gli ingredienti in ordine sparso, non ho ottenuto. Sono passata quindi alla fruttivendola, che durante le feste agostane, sforna pizzelle a tutto spiano vestita con il tipico costume pescolano. Ma anche qui poco successo: ho estorto solo un'informazione fondamentale circa l'impasto e la procedura di "sbattimento" sulla spianatoia.

domenica 4 agosto 2013

Qui Gaeta....

























Sono anni, direi forse tutta la vita, che in estate mi affaccio per qualche tempo su quel litorale che fu la patria della nutrice di Enea, citato da Dante e Virgilio, pieno di storia e di tradizioni.
In tutta onestà, quando ero più piccola, la cosa di Gaeta che mi colpiva di più era che, nel carcere militare, vi era rinchiuso Kappler, feroce criminale nazista: nella mia fantasia infantile, ero strasicura che prima o poi sarebbe evaso e mi avrebbe tagliato a fette mentre dormivo. Quindi si direbbe più un incubo... Invece, con il passare degli anni questo posto è diventato magico e affascinante. Ogni volta che ci arrivo, guidando la macchina dopo ore di viaggio, vederla da lontano stesa sul mare mi fa aprire il cuore e un involontario sorriso appare sulle mie labbra: ancora qualche giorno da passare qui. Mi piace andare a piedi da Serapo, la lunga spiaggia dalla sabbia finissima e dorata, a Gaeta medioevale (così è chiamata oggi tutta la parte non andata distrutta dalle guerre), mi piace vedere il mare che lambisce i margini dei marciapiedi, mi piace scoprire ogni volta la maestosità delle chiese, mi piace anche mangiare un pezzo di tiella sul molo della Sanità con i piedi penzoloni che sfiorano l'acqua.